Cercare pretesti narrativi è da sempre una delle più grandi ambizioni dell’universo moda, spesso orientando il sovrumano nella quotidianità, attraverso il filone fantasy. è la missione  che alcuni designer hanno intrapreso per rivoluzionare gli scenari della moda ormai logori di idee e spunti. 

Il grande traghettatore ha nome e cognome precisi: Rick Owens. Le sue creazioni sono l’anello di congiunzione tra mondi oscuri e borghesi annoiate che vogliono sentirsi dannatamente sexy, con capi che cingono le forme grazie a una ricercatezza sartoriale da rintracciare nel Made in Italy: “because darkness is the new coolness”.

Non è il cast de ‘Il Signore degli Anelli’ ma la messa in scena di Acne Studios è degna del miglior Peter Jackson: in questo caso però, l’oggetto del contendere è l’ardore, incarnato da pezzi di fattura unica, a guisa di armature per le combattenti del domani.

Una nuova estetica, isterica, instabile, per un momento strano come questo: Loewe rappresenta le sue creazioni attraverso scenari apocalittici, con strutture metalliche e geometriche che le rendono 3D. Un inno all’osare, all’ampliare gli orizzonti fino a trascendere l’antropomorfo e contemplare l’impensabile.

La donna Rodarte in queste vesti raggiunge l’apice del suo fascino celebrando la bellezza del cosmo, degli astri e dei pensieri alieni, attraverso capi spaziali, dalle decorazioni glitterate, trasparenze e asimmetrie accentuate.

L’apoteosi dell’innovazione la regala Demna Gvasalia, che porta Balenciaga nel metaverso dell’entertainment puro, raccontando il brand attraverso un corto animato dei Simpson e proiettando la moda sul piano della comunicazione globale e collettiva.