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Editoriale

Nel 1937 Jean Cocteau portò in scena ‘L’Edipo Re’; Coco Chanel, che si occupava dei costumi, avvolse l’attore Jean Marais in bende bianche effetto bondage, le stesse, in nero, che serrano braccia e torace delle modelle nelle prime uscite. Ma i cappelli con visiera e le bretelle che sorreggono ampi pantaloni maschili di varie lunghezze portati con gli anfibi, ricordano anche Charlotte Rampling ne ‘Il Portiere di Notte’. Sia l’una che l’altra evocano comunque immagini inquietanti, che il nero e il bianco totali concorrono a creare, mentre giacche e in generale completi destrutturati, abiti asimmetrici mono-spalla e shirt dress con tasche random penzolanti non possono che parlare di Yohji Yamamoto e del suo ‘mood’ fluttuante, espresso da pennellate inquiete su certe superfici.