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Editoriale

Ancora dominio incontrastato del nero sulla passerella di Yohji Yamamoto, per il resto il designer giapponese afferma di voler cercare nell’abito “nuove emozioni, nuove silhouette” e lo fa attraverso una serie di studi sulle forme del corpo femminile, alterato da asimmetrie e drappeggi infiniti. Il risultato sono abiti romantici ed avvolgenti dall’allure ottocentesca, permeati di strati e di pieghe, di grandi cuciture che solcano il tessuto da un estremo all’altro ma irresistibilmente moderni se abbinati con i leggings o spruzzati di pennellate di colore. Queste sperimentazioni su corpo e materia s’interrompono nel finale, quando le forme si fanno pulite e lineari con coat asimmetrici e blazer allungati.