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Editoriale

La maestria dei grandi designer sta nel rendere l’uguale sempre diverso, nel proporre in modi inediti quel tratto distintivo del proprio stile; nel caso di Yohji Yamamoto, è tutto quel nero, sono quelle asimmetrie, quei drappeggi, quelle decostruzioni che ad ogni nuova collezione si rinnovano e con esse la magia della creazione. Il miracolo si ripete anche stavolta, con strati di tessuto che si spostano sul corpo, avvolgendolo attraverso nodi, pannelli sovrapposti, arricciature o rivelandolo con piccoli squarci sulle braccia o sulla schiena. Possono essere cappotti o abiti, giacche o gonne ma hanno tutti la particolarità di diventare interscambiabili e di mettersi al servizio del corpo offrendogli riparo con tasche, maniche extralong e rigonfiamenti. E nel finale si ripete anche un altro miracolo, quello della seduzione velata, con soltanto l’occhio sinistro lasciato scoperto, come facevano le donne nella Spagna del XVII secolo per attirare gli uomini.