Editoriale
Kim Jones trasforma la passerella di Dior Homme in una sorta di salone couture, con i modelli fermi come statue su un nastro trasportatore simile a quello degli aeroporti, ma non solo, anche gli abiti stessi hanno un tocco couture che si fonde in un tutt’uno con il sartoriale. Jones integra una stola nei blazer e nei cappotti, una mezza sciarpa e una mezza fascia che parte dall’interno di un bavero avvolgendosi intorno al corpo creando un affascinante drappeggio 3D che, dice il designer, viene dal taglio di un abito del ’55 di Monsieur Dior. E poi ci sono i riferimenti alla cronaca parigina odierna, tutti quei giubbotti protettivi che sembrano delle armature e che si inglobano in maglie e giacche, anche in versione animalier, e i pantaloni tecnici, lucidi che finiscono dentro i boot alla caviglia, mentre, per contrasto, quelli classici hanno l’orlo chiuso dentro simil-ghette tecniche.