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Editoriale

Le spose di An Vandevorst e Filip Arickx sono immacolate, anticonvenzionali. Con innocenza portano all’altare bouquet di fiori e passamontagna di pizzo. Indossano pantaloni neri sotto lunghissime gonne satinate, biker pants con abitini da cerimonia dalle maniche a sbuffo. Hanno il capo velato e molte cinture con fibbie metalliche a stringere la vita, il torace. Hanno strascichi asimmetrici, balze di tulle che scivolano ai piedi, reminescenze di vestiti da cerimonia decostruiti. In passerella prende forma il rito e la tradizione degli abiti nuziali passati di madre in figlia: le vesti vintage vengono liberamente rivisitate, tagliate, assemblate con T-shirt stampate, tute aderentissime, tessuti rubati allo streetwear. Le felpe hanno inserti di pizzo e ricami. I completi sono impreziositi da decorazioni di borchie e perline. Il raso è protagonista, in tutti i colori della cerimonia, bianco, avorio, perla, con tocchi di verde marcio e nero.